Mese: marzo 2013
L’uomo: creatura tra il tutto e il nulla
Il nome di questo blog riprende, come molti possono aver certo notato, il titolo dell’opera più famosa di Pascal, i cosiddetti “Pensieri” (ricordiamo che nella prospettiva del filosofo l’opera avrebbe dovuto avere come titolo “Apologia del cristianesimo”…). Che cosa sono i libri di filosofia se non “pensieri”, elaborazioni mentali strutturate su diverse tematiche, dalla logica alla teologia, dal diritto alla gnoseologia e così via?
Tra le più interessanti trattazioni filosofiche credo debbano annoverarsi quelle che riguardano l’uomo e il suo ruolo nell’universo, argomento che riguarda effettivamente ogni creatura umana, anche quella apparentemente più disinteressata. Non credo abbia molto senso vivere l’esistenza senza porsi le fatidiche domande sul perché della nostra presenza nella natura, sul nostro destino ultimo, sull’esistenza dell’anima, sull’aldilà…..essere uomini DEVE portare ad interrogarsi su queste questioni e ognuno di noi ha il compito di formulare delle risposte, pur avendo forse la certezza di non poter arrivare ad una soluzione univoca ad ogni problema.
Credo che una delle più riuscite immagini che descrivono al meglio la condizione dell’uomo nel mondo sia fornita proprio da Pascal, il quale si chiede: “Che cos’è l’uomo nella natura? Un nulla in confronto con l’infinito, un tutto in confronto al nulla, qualcosa di mezzo tra il nulla e il tutto“. E’ un’immagine estremamente efficace, quella che ci descrive come creature “mediane”, forme di vita destinate, per loro stessa natura, alla conoscenza ma anche incapaci di conoscere tutto. Esistenze incomparabilmente più grandi e complesse di una formica ma più piccole del più piccolo acaro in confronto alla totalità dell’universo!
Un universo che sempre da Pascal è descritto come una “sfera infinita il cui centro è ovunque, la circonferenza in nessun luogo“, metafora di sapore panteistico che ricorda da molto vicino Giordano Bruno e la sua filosofia.
Come porsi davanti a queste considerazioni se non con il massimo interesse? Possiamo fare a meno di confrontarci con esse? Ovviamente sì, possiamo scegliere di far finta che le domande non nascano spontaneamente dentro di noi, lasciar perdere e vivere la nostra quotidianità come se nulla fosse, come gli “oggetti tra oggetti” di heideggeriana memoria. Oppure possiamo scegliere di assumerci la responsabilità di essere veramente uomini e cercare di dare il nostro contributo alla ricerca delle soluzioni alle grandi questioni della vita…ognuno di noi nasconde una scintilla di Sapere, sta a noi portarla alla luce!
L’anima è immortale?
Sono convinto che in filosofia i ragionamenti più semplici siano al contempo anche i più efficaci per spiegare la realtà che ci circonda. Platone, nel celebre “Fedone”, elabora alcune prove per dimostrare l’immortalità dell’anima, punto fondamentale di tutto il suo pensiero.
Partendo dal ragionamento “polare”, tanto caro agli antichi greci, secondo il quale ogni cosa si genera dal suo contrario, il filosofo di Atene scrive: “e ancora c’è da osservare quanto segue. Poiché i contrari sono sempre a coppia di due, ci sono in mezzo a loro come due processi di generazione, cioè dall’uno all’altro dei contrari, e poi dall’altro al primo. Così, tra il piccolo e il grande c’è di mezzo il processo di accrescimento e anche il processo di diminuzione; e noi chiamiamo il primo crescere e il secondo diminuire”.
E ancora, poco dopo: “Io dico che esiste, da un lato, il dormire, e che, dall’altro, esiste l’essere sveglio, e che dal dormire deriva l’essere sveglio e dall’essere sveglio il dormire, e dico che i processi che li generano sono l’uno l’addormentarsi e l’altro lo svegliarsi. […] Similmente, della vita e della morte, non dici che l’essere morto è contrario all’essere vivo […] e che si generano l’uno dall’altro?”.
Per concludere, quindi, in questo modo: “si riconferma, anche per questa via, che i vivi derivano dai morti, proprio come i morti dai vivi […] prova sicura che le anime dei morti debbono esistere in qualche luogo e che da esso, poi, nuovamente rinascono”.
Il ragionamento platonico, qui inserito con alcune omissioni al testo originale, può sembrare perfino banale; ma è proprio la sua apparente semplicità a costituire, a mio avviso, il suo punto di forza. In natura non esiste nulla che non sia legato a qualcos’altro secondo un rapporto di causa-effetto e ogni “cosa” è tale in virtù del suo contrario. Senza il giorno non esisterebbe la notte, senza la notte non esisterebbe il giorno e notte e giorno si susseguono dandosi spazio a vicenda. Anche la vita non può coesistere con la morte…ma come la morte si origina dalla vita, dalla morte si rigenenerà la vita!
Pensieri e azioni
Da un po’ di tempo un’idea mi frulla per la testa…siamo padroni dei nostri pensieri? Le immagini che si formano dentro la nostra coscienza sono pienamente sotto il nostro controllo o, in qualche modo, siamo costretti a subire le varie scene che il nostro cervello via via elabora? La mia risposta è NO! I pensieri fluiscono dentro di noi in modo incessante e portano alla coscienza immagini che sfuggono al nostro controllo; a volte sembra quasi di essere impotenti alla forza di certi pensieri che si attestano con prepotenza e permangono anche lungamente nella coscienza.
Perchè farsi una domanda del genere? Tematica fortemente esistenzialista che mi riporta ad Heidegger e alle sue considerazioni sull’esistenza. Il celebre filosofo tedesco affermava che ogni uomo è “gettato” nell’esistenza senza volerlo; ognuno di noi si ritrova a vivere in una dimensione temporale senza averlo scelto, deciso, e senza nemmeno aver contribuito in alcun modo a realizzarla.
A mio avviso anche molti pensieri hanno il carattere della “gettatezza”, nel senso che nascono senza una pre-decisione del soggetto pensante. Ovviamente non mi riferisco ai pensieri decisionali, quelli che portano poi ad azioni messe in atto con piena consapevolezza.
Ci sono pensieri che rimangono tali e altri che partecipano alla realizzazione di fatti, di azioni. Sostengo, però, una tesi…credo che a volte ci possa essere un grande iato tra i pensieri e le azioni. Dei pensieri non possiamo essere completamente padroni, delle azioni sì. Sono le azioni che mettiamo in atto nel mondo che devono essere valutate moralmente, più che i pensieri che per loro natura sfuggono ad un controllo razionale.
Le azioni sono il nostro “biglietto da visita” nel mondo, testimoniano la nostra condotta; quando agiamo dobbiamo sempre aver presente questo particolare, non esiste azione che non abbia ripercussione negli altri. Siamo individui collegati tra di loro come in una grande rete dove ognuno rappresenta un ben definito punto. Nessuno è slegato rispetto al tutto. I pensieri possono anche essere negativi. Non dobbiamo permettere che lo siano anche le nostre azioni.
Il ricordo degli odori….
In un precedente post ho parlato del tema della memoria e oggi, a distanza di poco tempo, torno a scrivere qualcosa sui ricordi, in particolare a quelli legati agli odori. Nel campo della memoria gli odori hanno un ruolo di primaria importanza, da sempre mi ricoleggano a eventi del mio passato, spesso molto molto vecchi. Stamattina a lavoro, nell’aula della biblioteca della scuola ho respirato, per l’ennesima volta, quello che nella mia memoria è classificato come “odore di scuola”, un profumo particolare che ho sempre avvertito solo nelle aule delle scuole, spesso nelle biblioteche. E’ quello stesso odore che si sente nelle aule vuote, magari d’estate, quando gli alunni non sono a scuola e ci sono le riunioni collegiali. E’ un odore che, in fondo, amo e che fa parte della mia vita, da quando, all’età di sei anni ho varcato per la prima volta la soglia della scuola senza esserne, in fin dei conti, mai uscito!
Molteplici possono essere i ricordi legati agli odori, piacevoli ed estremamente sgradevoli! Capita di passare vicino ad una ragazza e sentirne il profumo, lo stesso usato da una ragazza amata e la memoria “salta” letteralmente indietro nel tempo e rivive, nel giro di pochissimi attimi, vicende positive (non solo!). Capita di avvertire puzze inenarrabili e analogamente si torna indietro nel tempo, dentro fatti legati a quei miasmi.
In effetti la memoria è così prodigiosa da permettere di sentire un profumo anche in assenza di odori di qualsiasi genere! Anche adesso, in questo istante, posso concentrare la mia memoria in modo tale da avvertire, seppur in modo meno intenso, odori a cui sono legato. Il cervello umano è capace davvero di far provare esperienze straordinarie…..
Genova Piazza Principe: la stazione dimenticata (nel degrado), la stazione della vergogna!
Oggi ho voglia di scrivere un “post denuncia” per rendere nota al pubblico della rete la situazione di grande degrado in cui versa la stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe. Una stazione dei treni è un po’ un biglietto da visita per i molti (!) turisti che arrivano in città e Genova, praticamente ormai “Città metropolitana” (!!!) è dotata di due stazioni principali, quella di Principe, appunto, e quella di Brignole (la vecchia stazione “orientale”). Ora, come già qualcuno saprà io faccio il pendolare da ormai 7 anni nella tratta Ge-Principe-Chiavari, un bel viaggetto, a volte, credetemi, perfino rilassante….
Da ormai circa 3 anni la stazione principe è ridotta ad un orrendo cantiere con labirintiche strade per poter giungere ai binari, rumenta (spazzatura in genovese) letteralmente ovunque e misteriose strade non percorribili. L’atrio principale è chiuso, i poveri negozianti sono stati spostati in uno spiazzo dove hanno ricreato la loro attività all’interno di una specie di container….
Ora, io non ho nulla in contrario a ristrutturazioni per rendere più agevole e accogliente una stazione, ci mancherebbe…ma quello che ormai letteralmente mi sconvolge è la TOTALE IMMOBILITA’ dei lavori!!! Davvero!!! Un esempio: 2-3 anni fa hanno tolto una scala mobile…l’hanno mai rimessa?!? Ci vorrà un genio per poterla rimettere??? Credo di no! Ecco un’immagine della scala mobile adesso:
Vi starete chiedendo…ci saranno degli operai al lavoro…vi giuro di NO!!!! Nemmeno l’ombra, è rarissimo! Ma andiamo avanti.
La stazione si è dotata, mi sembra dagli anni ’90, di due binari sotterranei (ovviamente non collegati direttamente alla stazione della metropolitana…) ma ormai inspiegabilmente il binario 2 è chiuso, inaccessibile, NO ENTRY please!!! Perchè? Stamattina ho fotografato questo interessante cartello:
Perchè è interrotta? Che cosa è successo al binario 2?!? Riaprite il binario 2, di grazia, che la circolazione dei treni in stazione fa anguscia (schifo in genovese)…..ecco come si presenta l’accesso al binario 2:
Quello che mi chiedo ancora è perchè? E’ mai possibile che dei lavori di ripristino/manutenzione o quello che è durino in eterno?!? E poi ci prendono ancora in giro dicendoci che la stazione è una “Grande stazione”!!! Ecco:
Sia ben chiaro, non ho fotografato altre “perle”…i cavi della luce lasciati a vista, le baracche dei poveri senzatetto, strazianti durante i mesi invernali, la spazzatura nei binari…degrado, degrado più assoluto. Ora mi chiedo…probabilmente i nostri politici non prendono il treno, il nostro sindaco, che ha tutta la mia approvazione nel voler impedire di aprire dei casinò a Genova, non mette mai il piede sul predellino dei portentosi mezzi di Trenitalia…ma noi genovesi perchè ci facciamo trattare in questo modo? A che pro? Io sono veramente stanco anche perchè ogni volta che cerco di far capire alla gente lo sfascio a cui stiamo andando incontro mi ritrovo addirittura a passare dalla parte del torto…evidentemente il buon Eraclito aveva diviso rettamente la popolazione in due parti…..