“Questa è la verità del dolore: la nascita è dolore, la vecchiaia è dolore, la malattia è dolore, essere uniti a chi non si ama è dolore, essere separati da chi si ama è dolore, non ottenere ciò che si desidera è dolore.
Questa è la verità dell’origine del dolore: è la sete di rinascere, unita a gioia e desiderio, sete di piacere, sete del divenire, sete dell’effimero.
Questa è la verità del superamento del dolore: il superamento di questa sete mediante la distruzione incessante del desiderio, l’abbandono del desiderio, l’estraniarsi da esso, il liberarsi da esso, il non fare a esso alcun posto.
Questa è la verità della via che porta al superamento del dolore: è il Nobile Sentiero Ottuplice che si denomina fede retta, decisione retta, parola retta, azione retta, vita retta, morte retta, pensiero retto, concentrazione retta”
Cit. da K. Jaspers, “Le personalità decisive: Socrate, Buddha, Confucio, Gesù”.
C’è un album dei Pink Floyd che non è mai stato rilasciato: “Household Objects“. Questa è la sua storia. Wish You Were Here (1975) è pieno di suoni difficilmente identificabili anche dall’ascoltatore più attento. C’è il virtuoso del jazz Stéphane Grappelli che suona un dolce violino nella title track, e il ritornello di See Emily Play su Shine On You Crazy Diamond Part IX. Il primo suono che si sente nell’album è un inquietante ronzio creato da dita che corrono intorno ai bordi di bicchieri vino, ognuno riempito con diverse quantità di liquido per creare note diverse. Per più di 30 anni i bicchieri di vino “sonori” erano tutto ciò che restava di Household Objects, il titolo provvisorio di un album iniziato nel 1970 e abbandonato definitivamente nel ’74. Nel 1973 l’abile mix di effetti audio hi-fi-friendly e rock FM portarono i Pink Floyd nelle top-five bands in Gran Bretagna…
In un precedente post datato 2 marzo 2013 andavo a denunciare la situazione di estremo degrado in cui stava versando la stazione dei treni di Genova Piazza Principe…oggi, a distanza di sette mesi, posso dire che le cose non sono per niente migliorate, anzi, sono sensibilmente peggiorate!
Come pendolare posso godere di un raro privilegio…poter documentare il progressivo declino di una delle più importanti porte di accesso alla città.
Già a partire dagli spazi antistanti alla stazione si può comprendere lo stato del suo interno. Ogni mattina bisogna camminare in un intrico di motorini posteggiati in uno spazio ormai quasi privo di asfalto, in mezzo a siringhe e miasmi dovuti alle continue urinazioni di senza tetto e di tassisti che, invece di utilizzare i bagni interni, preferiscono contribuire ad aumentare il già insopportabile olezzo nell’aria…c’è da dire che il bagno pubblico esterno alla stazione non è utilizzabile……
E pensare che a pochi metri di distanza si trova un manufatto storico di primaria importanza…l’antica porta di San Tommaso, qui spostata per esigenze viarie e dimenticata nel degrado più assoluto…
Continuando il viaggio in stazione ci si può rendere conto di come le cose non stiano minimamente migliorando: l’atrio continua ad essere chiuso al passaggio e solo rarissimamente si vedono operai al lavoro; le scale mobili tolte non sono state ancora rimesse al loro posto! Ma mi chiedo, quanto tempo si può impiegare per installare una scala mobile? Io non riesco davvero a credere ai miei occhi…sono anni che non c’è più!!! Ma tanto ci sono le scale….
Dicevo che rispetto a marzo le cose sono peggiorate e, in effetti, come per magia, sono state rese inutilizzabili anche gran parte delle scale che servono (servirebbero) ad accedere ai vari binari (per non ricordare l’ormai morto binario 2 sotterranea)….
Per chi non volesse crederci, inserisco qui di seguito alcune immagini che parlano da sole e concludo….
Devo dire che ho viaggiato un po’ all’estero e mai, dico MAI, ho trovato una stazione in queste condizioni. E non stiamo parlando di una città del cosiddetto “terzo mondo” né di una piccola cittadina di provincia ma di una delle più importanti (forse) città d’Italia! Ma la responsabilità di tanto degrado a chi va attribuita?