cristianesimo

Il Cristianesimo delle origini_1

Postato il

immagine 193
Territori palestinesi – Il sito di Qumran

La lettura di un testo di Bart D. Ehrman, “I cristianesimi perduti”, mi ha portato ancora una volta a confrontarmi con il mondo del cristianesimo più antico, quel cristianesimo effettivamente “perduto” che spesso è legato alle pagine dimenticate dei vangeli apocrifi e a quelle sette che comunemente si definiscono “gnostiche”.

Ehrman è estremamente chiaro e preciso nella sua descrizione della società mediterranea vissuta tra il I e il III secolo e accompagna il lettore attraverso mirabili scoperte, come quella dei testi ritrovati a metà del secolo scorso a Nag Hammadi, in Egitto. Attraverso un vero e proprio excursus a 360° sulle ideologie e sui pensieri dei vari gruppi cristiani che si sono succeduti nel giro di qualche secolo, l’autore è in grado di stimolare nel lettore domande altrimenti sopite nell’intelletto e che ogni cristiano, a mio avviso,  dovrebbe porsi.

Quanti cosiddetti cristiani sanno, oggi, dell’esistenza di gruppi (cristiani) che rispondono al nome di Ebioniti, Marcioniti, Carpocraziani…..(l’elenco potrebbe continuare a lungo).Sanno i cristiani di oggi che il canone del Nuovo Testamento altro non è che il frutto di una lunga e complessa selezione di idee che ha portato alla ribalta alcuni dogmi a discapito di altri? Io credo che conoscere i problemi del primo cristianesimo sia un’operazione di grande impegno e serietà intellettuale perché ritengo che sia profondamente sbagliato credere senza sviluppare il senso critico. E per sviluppare tale senso bisogna studiare e fronteggiare idee e scoperte per certi versi anche sconvolgenti o, perlomeno, capaci di mettere in dubbio (e quindi vagliare) alcune credenze troppo spesso consolidate per pura consuetudine e abitudine.

immagine 277
Israele – la sinagoga di Cafarnao

Nei prossimi tempi cercherò di dare continuità ad alcuni pensieri relativi a questi problemi. Per oggi vorrei sottolineare la grande differenza tra due interpretazioni fondamentali del messaggio di Gesù, quella degli Ebioniti e quella dei Marcioniti. Senza dilungarmi troppo vorrei sottolineare due aspetti: per gli Ebioniti Gesù è un continuatore della tradizione ebraica e quindi, per essere veri cristiani, bisogna essere innanzitutto veri e propri osservanti della Legge (rispetto del sabato, circoncisione…); per i seguaci di Marcione, invece, Gesù è una totale novità rispetto all’ebraismo e, pertanto, essere veri cristiani presuppone il completo abbandono della Legge e la fede nella salvezza operata dal Cristo. Come giustamente ricorda Ehrman, entrambe le due “sette” ritenevano di essere nel giusto e di seguire i corretti insegnamenti di Gesù, insegnamenti che, evidentemente, vennero interpretati fin dalle origini in modo molto diverso. Le due posizioni, qui solamente accennate, sono antitetiche! Quello che soprende è ritrovarle entrambe anche nel Nuovo Testamento, il canone frutto dell’azione dei gruppi “proto-ortodossi” che ritenevano le idee di Ebioniti e Marcioniti vere e proprie eresie.

Per fare un esempio, ecco una tipica impostazione ebionita: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire ma per dare compimento […] Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto,sarà considerato minimo nel regno dei cieli” (Matteo, 5.17-20).

Ecco invece un’impostazione marcionita: “Non rendo vana la grazie di Dio; se, infatti, la giustizia proviene dalla Legge, allora Cristo è morto per nulla” (Galati, 2.21).

Come si può vedere Matteo e Paolo impostano il ruolo di Gesù nel mondo in modo diametralmente opposto…ma la cosa non deve lasciare molto sorpresi visto che le posizioni sul problema erano spesso molto diverse. In Paolo, tra l’altro, sopravvivono echi di docetismo (teoria che vede Gesù come sola immagine corporea, una sorta di “fantasma” con corpo solamente apparente che fu tacciata di eresia dai primi proto-ortodossi come Tertulliano):  “Dio, avendo inviato il proprio Figlio in uno stato di affinità con la carne del peccato condannò il peccato nella carne” (Romani, 8.3).

Per adesso mi fermo qui…ma già questo primo esame di alcuni problemi relativi al primo cristianesimo dovrebbe indurre a pensare, dovrebbe far nascere una domanda spontanea, la domanda forse più importante di tutte: qual è stato il vero pensiero di Gesù?

Alla prossima puntata!

 

 

 

 

 

Genova, tesori nascosti #5: il portale di San Gottardo nella cattedrale di S. Lorenzo

Postato il Aggiornato il

Ho sempre amato il Medioevo, tanto da laurearmi proprio in Storia medievale nell’ormai lontano 2004 (!) e la città di Genova costituisce sicuramente un bellissimo “libro” aperto proprio su questo interessantissimo periodo. Oggi voglio mostrarvi alcuni tra i più bei bassorilievi che adornano l’antico portale di San Gottardo, nella cattedrale di San Lorenzo. Molti turisti, a mio avviso, non si rendono minimamente conto del tesoro rappresentato dalle ricche iconografie del portale, scene tratte dai bestiari medievali e che non sfigurerebbero su un libro di storia dell’arte. Purtroppo, infatti, gli occhi dei visitatori sono portati a guardare quello che guardano tutti, la massa: i leoni della scalinata della cattedrale, belli, sicuramente, ma molto distanti dai veri tesori della cattedrale.

Il portale di San Gottardo rappresenta il portale meridionale della cattedrale ed assieme a quello nord di San Giovanni costituisce una delle parti più antiche dell’intero complesso, in perfetto stile romanico,  databile al XI-XII secolo.

Complice un ottimo zoom sono andato alla ricerca di particolari che difficilmente possono essere colti, trovando molte belle sorprese che riporto, in piccola parte, nelle foto di questo post!

Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo -L'asino che suona l'arpa
Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo -L’asino che suona l’arpa

 

 

Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo - L'aquila di San Giovanni
Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo – L’aquila di San Giovanni

 

Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo - Creatura mostruosa
Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo – Creatura mostruosa

 

Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo - San Gottardo?!?
Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo – San Luca (grazie alla segnalazione di Nicoletta De Matthaeis).

 

Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo - Un cane
Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo – Un cane

 

Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo - Particolare
Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo – Particolare con Sansone dai lunghi capelli sul leone (grazie alla segnalazione di Nicoleta De Matthaeis)

 

Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo - Particolare di probabile scena biblica
Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo – Particolare di probabile scena biblica

 

Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo - Un viso attonito
Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo – Un viso attonito

 

Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo - Scena di caccia
Cattedrale di San Lorenzo . Portale di San Gottardo – Scena di caccia

 

Malta – Nel cuore del Mediterraneo

Postato il

La Valletta
La Valletta

Quest’anno le vacanze pasquali mi hanno portato nella bellissima isola di Malta, vero e proprio crocevia di culture e terra dalla storia antichissima. E’ ormai qualche tempo che mi sto appassionando alle culture megalitiche che sono comparse nel mondo, soprattutto a quelle nate nel bacino del “mare nostrum” e devo dire che Malta rappresenta un vero e proprio scrigno pieno di tesori.

Tra i templi più belli sicuramente sono da annoverarsi quello di Gigantija, nella vicina Gozo, e l’ipogeo di Hal Saflieni, entrambi patrimonio dell’Unesco. Soprattutto l’ipogeo rappresenta un vero e proprio unicum, almeno fino ad oggi, rappresentando il più antico tempio sotterraneo del mondo, costruito ben 3500 anni prima di Cristo. L’entrata al complesso funerario costa ben 30 euro ma devo dire che sono soldi ben spesi…l’emozione che si vive al suo interno è indescrivibile e purtroppo le foto e i filmati presenti sul web non aiutano ad immedesimarsi nell’esperienza unica; pitture di ocra rossa ancora presenti sul soffitto, il misterioso suono che si produce parlando nella sala dell’oracolo, le stanze realizzate per mezzo dell’architettura in negativo…sono tutti tasselli che descrivono una popolazione a mio avviso molto avanzata, molto di più rispetto a quello che tradizionalmente si pensa. Non bisogna per forza scomodare alieni o forze magiche ma di certo la nostra conoscenza dell’antico passato dell’uomo va ampiamente riletta e discussa senza strani dogmatismi.

DSCN1910
Io di fronte alle rovine posteriori del tempio di Gigantija, a Gozo

Malta non è solo preistoria ma tutti i periodi dello sviluppo dell’uomo nel tempo sono estremamente ben rappresentati. Come non citare la splendida Valletta, con la sua co-cattedrale dedicata a S. Giovanni Battista, patrono dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Al suo interno, tra l’altro, l’opera più grande di Caravaggio, la “Decollazione di S. Giovanni Battista”, con la firma dell’autore impressa nel sangue che esce dal collo del santo….

 

 

Caravaggio - La decollazione di San Giovanni
Caravaggio – La decollazione di San Giovanni

Come non citare poi la bellissima Mdina, città medievale toccata appena da un barocco austero e non invadente, Sliema, con il suo bellissimo lungomare, Senglea, con la torre di avvistamento dalla ricca simbologia.

Malta è ben percorribile, tra l’altro, con i bus alla modica cifra di circa 6 euro per un’intera settimana e anche il traghetto per Gozo costa solo 4,50 per le due tratte di andata e ritorno. Trasporti accessibilissimi, quindi, ma un poco particolari per quanto riguarda i tragitti…spesso, per fare anche pochi chilometri, ci si mette davvero tanto. Ma in fondo anche le attese e gli spostamenti  “rilassati” fanno parte della bellezza di una vacanza!

 

 

 

Animula vagula, blandula: le memorie di Adriano

Postato il Aggiornato il

2011.02.21-memorie-di-adriano Da un po’ di tempo a questa parte mi è tornata una forte passione per lo studio della storia romana, soprattutto sul periodo dell’età imperiale. Da anni vedevo in libreria questo libro e ne ero sempre piuttosto incuriosito, anche perché spinto alla lettura attraverso consigli di amici.

Adesso che ho terminato il libro della Yourcenar, mi trovo assolutamente d’accordo nel definirlo un vero e proprio capolavoro! Inizialmente la lettura non è semplice, ci vuole un po’ di allenamento per entrare appieno nella mente di “Adriano” ma con una certa pazienza si finisce per essere catturati dalle vicende dell’imperatore, completamente immersi nell’antichità.

La Yourcenar è riuscita davvero a scrivere un libro che ha il grande merito di riportare in vita il tempo della Roma imperiale del II secolo d. C. con una ricostruzione delle vicende quasi maniacale. Dove le fonti non arrivano, la scrittrice ha sopperito con sagacia e maestria a riempire, con episodi verosimili, quanto ormai obliato dalla Storia.

Come dicevo, lettura non facile, che richiede anche una certa conoscenza della società del tempo senza la quale alcune sfumature vengono purtroppo perdute.

Un libro che mi sento di consigliare soprattutto a quelle persone che vogliono approfondire la conoscenza degli usi e dei costumi dell’antica Roma senza pregiudizi e capaci di apprendere anche fatti che i più riterrebbero “scomodi”, soprattutto perché non raccontati nei classici libri di storia del liceo (ma forse anche universitari!).

Ho finito “Guerra e pace”….

Postato il Aggiornato il

warpeaceDevo essere sincero, affrontare le ultime pagine di questo immenso racconto non è stato facile…troppe ripetizioni, troppe lungaggini…teorie storiche molto filosofiche e la trama, la vita dei protagonisti, che viene messa in secondo piano e poi dimenticata. Alti e bassi si susseguono in questa lunga storia dai contorni epici…e alla fine la riflessione sulla Storia: siamo liberi o necessitati a compiere determinate azioni? Lungo le quasi 2000 pagine del libro si capisce che l’autore parteggia più per la seconda teoria, negando la libertà personale argomentando il tutto con discorsi più o meno convincenti. Un finale non degno di un siffatto libro, che inoltre si scontra con la mia personale visione della storia. Tuttavia esco un po’ “svuotato” da questa lettura che mi ha accompagnato lungo tutto l’arco dell’estate…a malapena ricordo fatti avvenuti nel primo volume che compone l’opera, rammentando gli avvenimenti come si può rammentare un sogno…Sono convinto inoltre che la descrizione della campagna di Russia di Napoleone si ripresenterà sicuramente sotto forma di lezione ai miei malcapitati studenti…resta un dubbio, alla fine; ho letto un resoconto storico del tutto veritiero? Una cronaca? O Tolstoj è riuscito a far passare sue invenzioni personali come fatti realmente accaduti? Probabilmente entrambe le questioni…come in ogni romanzo storico che si rispetti.

L'”angosciante possibilità di potere”

Postato il Aggiornato il

KierkegaardNonostante il clima vacanziero, o forse proprio a causa di esso, mi ritrovo da un po’ di giorni a riflettere su di un tema a me caro, quello delle “scelte” che possiamo fare nel corso della nostra vita. Parecchi filosofi hanno affrontato questo tema nel corso della storia ma vorrei fermarmi a riflettere, oggi, sul pensiero di Kierkegaard. Secondo il filosofo danese la nostra vita è caratterizzata da una continua angoscia derivata proprio dalla libertà di scegliere che caratterizza l’esistenza umana; l’uomo è angosciato, si potrebbe dire, “dalla possibilità di potere”. Lasciando da parte l’origine di tale angoscia, che il filosofo ritrova nel divieto imposto da Dio ad Adamo di mangiare i frutti dall’albero della conoscenza, chi può negare che la vita umana sia davvero caratterizzata, per certi versi, da tale angoscia?

Se riflettiamo attentamente, ogni nostra azione è frutto di una più o meno scelta consapevole. Anche la più insignificante. Nel momento in cui compiamo un’azione, questa diventa irreversibile, con tutte le conseguenze del caso. La libertà, infatti, presuppone la possibilità di agire come meglio crediamo, all’interno di un sistema di valori precostituito con il quale ci troviamo a dover fare i conti. La nostra vita è indissolubilmente legata a quella degli altri e ogni nostra azione porta a necessarie conseguenze, nel breve o nel lungo periodo.

Tutto questo non vuol dire che dobbiamo vivere ogni nostra scelta in modo angosciante, ma che dobbiamo avere la consapevolezza che le scelte sono una nostra responsabilità da non demandare ad agenti esterni, sovrannaturali o terreni che siano.  Se poi dovesse esistere il destino, allora, tutto il discorso cadrebbe in un attimo, lasciando spazio solo al pensiero di una vita decisa a priori  nella quale non saremmo altro  che tristi marionette….

Giordano Bruno e il dio degli Egiziani, all’insegna della tolleranza religiosa.

Postato il

329px-Giordano_Bruno_Campo_dei_Fiori…Ma non manca per questo, che quelli non intendessero una essere la divinità che si trova in tutte le cose, la quale, come in modi innumerabili si diffonde e communica, cossì ave nomi innumerabili, e per vie innumerabili, con raggioni proprie ed appropriate a ciascuno, si ricerca, mentre con riti innumerabili si onora e cole, perché innumerabili geni di grazia cercano impetrar da quella….”

Giordano Bruno, Spaccio della bestia trionfante

Juan de Valdes Leal e i “Geroglifici della morte e della salvezza”

Postato il Aggiornato il

valdesOggi, nel corso delle mie peregrinazioni nella rete, mi sono imbattuto nella figura di un certo Juan de Valdes Leal, pittore spagnolo vissuto in Spagna nel XVII secolo e autore di due dipinti molto particolari, realizzati per l’Ospedale della Carità di Siviglia. I due dipinti rappresentano due scene di morte e sono conosciuti, a quanto mi è sembrato di capire, sotto il nome di “Geroglifici della morte e della salvezza”. Il primo dipinto da prendere in considerazione è quello che prende il nome di “Finis gloria mundi”, riecheggiando la famosa locuzione latina “SIC TRANSIT GLORIA MUNDI”, “così passa la gloria del mondo”; in effetti l’opera in questione rappresenta due cadaveri in avanzato stato di putrefazione, quello di un vescovo e quello di un cavaliere i quali, dopo la morte, hanno lasciato in terra le loro spoglie mortali così come le ricchezze da loro accumulate nel corso dell’esistenza. Sullo sfondo, in modo da conferire anche una certa geometricità al dipinto, la Mano del Salvatore nell’atto di tenere una bilancia in mano, vecchia metafora della pesatura delle anime (usata già nell’antico Egitto e, in ambito cristiano, con la figura di San Michele Arcangelo).

Juan de Valdes Leal, "Finis gloriae mundi"
Juan de Valdes Leal, “Finis gloriae mundi”

Il significato immediato dell’opera è quindi quello suggerito dal titolo stesso del dipinto: per quanto si possa essere attaccati al mondo materiale, davanti alla morte tutti siamo uguali e tutti dobbiamo essere “pesati” non per le ricchezze che abbiamo messo da parte nel corso della vita ma per le azioni che abbiamo compiuto, le uniche che possono portare alla salvezza o, al contrario, alla dannazione.

Il secondo dipinto della serie dei “geroglifici” ha per titolo “In ictu oculi” e rappresenta una scena ancora più complessa, a mio avviso, della prima. Ora si osserva una grande morte, con tanto di falce, che osserva, con le sue vuote orbite, lo spettatore dell’opera; poggia il piede sinistro su di un mappamondo, probabile allusione  alla “temporalità” dell’esistenza,  ma sembra indicare tutti gli oggetti posti in primo piano, messi tutti in disordine tra di loro. Tra questi si osservano paramenti liturgici, spade, croci, libri…uno di essi è aperto sulla riproduzione di un arco di trionfo romano.

Nuovamente, anche in questo caso il messaggio dovrebbe essere il seguente: la morte è padrona della vita terrena e tutto quello che mettiamo da parte è destinato ad essere da lei raccolto. Resta il fatto che secondo me, sin dalla prima occhiata, si può comprendere come dietro a questi significati palesi altri rimangano molto nascosti. Per certi versi mi sembra di essere davanti alle immagini dei rebus dove ogni figura cela, oltre ad ogni apparenza, un significato sapientemente occultato.

Juan de Valdes Leal, "In icto oculi"
Juan de Valdes Leal, “In icto oculi”

Del resto, forse, non mi sbaglio, visto che il titolo delle due opere rimanda al linguaggio arcano par excellence, ossia quello geroglifico, che sin dai secoli del Rinascimento ha rivestito un’importanza fondamentale in tutta la tradizione ermetica che rimanda al più antico sapiente egiziano esistito, ossia il leggendario Ermete Trismegisto.

Concludo dicendo che non conosco assolutamente la vita dell’autore delle due opere da me riportate e che, forse, non ci sono significati nascosti nei due dipinti. Resta il fatto che la tradizione ermetica ha avuto, nel tempo, una fortissima influenza in tutti gli ambiti del sapere, soprattutto fino al XVI secolo e non rimarrei stupito di un qualche rimando a saperi nascosti anche in questi interessantissimi lavori.

Ortodossi o eterodossi?

Postato il Aggiornato il

John_LockeOgni Chiesa è ortodossa per se stessa ed erronea o eretica per gli altri: ogni Chiesa crede che sia vero tutto ciò che essa crede, e condanna come errore ciò che è difforme da quello che crede.

John Locke, Lettera sulla tolleranza

Genova, tesori nascosti #3: San Marco al Molo

Postato il Aggiornato il

Il campanile della chiesa di San Marco
Il campanile della chiesa di San Marco

Proprio accanto alla zona oggi più turistica della città, ma ancora fortunatamente risparmiata dal solito turismo di massa (diretto, fra l’altro, solo all’acquario…) si staglia, in tutta la sua maestosa semplicità la piccola chiesa di San Marco al Molo. Chi conosce un po’ Genova non dovrebbe faticare ad immaginare la fisionomia della zona nel medioevo, periodo di costruzione della chiesa: una splendida piccola penisola che chiudeva, ad oriente, il golfo naturale nel quale, da tempi immemorabili, si è andato costruendo il porto della città

Risalente agli ultimi anni del XII secolo e nata in forme romaniche, oggi la chiesa è molto diversa rispetto al suo primitivo aspetto ma le trasformazioni avvenute nel tempo non hanno del tutto cancellato la sua bellezza; inoltre, al suo interno (e non solo) vi sono davvero dei mirabili capolavori come, ad esempio, il gruppo scultoreo di  Francesco Schiaffino raffigurante la Vergine con Bambino tra i santi Nazario e Celso.

Francesco Schiaffino - Madonna con Bambino tra i Santi Nazario e Celso
Francesco Schiaffino – Madonna con Bambino tra i Santi Nazario e Celso

Ma il pezzo a mio avviso più interessante è murato all’esterno della chiesa, sul lato prospiciente via del Molo; trattasi di un bellissimo bassorilievo  raffiugarante il leone di San Marco, portato a Genova da Gaspare Spinola dopo la vittoria ottenuta a Pola sui veneziani nel 1380, nell’ambito della più ampia “Guerra di Chioggia“. 

Il Leone di San Marco - Portato a Genova nel 1380
Il Leone di San Marco – Portato a Genova nel 1380

Esso rappresenta ai miei occhi una testimonianza estremamente vivida dei tempi delle lotte tra le repubbliche marinare, scontri segnati da dure battaglie per il controllo dei traffici nel Mediterraneo. Nell’ambito della guerra tra Genova e Venezia quest’ultima ebbe la meglio…ma il leone di San Marco che possiamo vedere è testimone di una vittoria genovese, è un “trofeo di guerra” dal valore storico davvero inestimabile!