Mese: febbraio 2013

Nel cuore della Toscana medievale…Certaldo, la patria di Boccaccio

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Dalla casa-torre di Boccaccio

A pochi chilometri da Firenze, raggiungibile con treni regionali a cadenza oraria, si trova uno spettacolare esempio di centro storico medievale, il paese di Certaldo, la città natale di uno dei simboli della letteratura italiana nel mondo, Boccaccio. Visitare questo bellissimo paese è stata una grande decisione, presa all’ultimo momento dopo un soggiorno di alcuni giorni a Firenze, dove mi ero recato per il famigerato “concorsone scolastico”! Sabato scorso, quindi, ho deciso di fare una piccola escursione nelle campagne toscane, complice anche una giornata che sembrava decismente più primaverile che invernale.

Certaldo è oggi divisa in due parti ben distinte, la città bassa, quella “moderna”, con la stazione ferroviaria, e quella alta, ossia la Certaldo medievale, quella sicuramente più interessante dal punto di vista storico. Per raggiungere il borgo medievale ho scelto di prendere la ripida funivia

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La funivia che porta al borgo medievale

Una volta arrivati al termine del percorso si può ammirare un’incantevole vista sul paese moderno

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Certaldo nuova, dall’alto del borgo vecchio

Girovagando per il borgo sono entrato in contatto con un’atmosfera quasi senza tempo; l’aria era densa di odore di legna bruciata, il sole splendeva in cielo, poca la gente per le strade. Mi sentivo un privilegiato che stava osservando una realtà antica nel presente. Le persone che ho incontrato sono state molto gentili nel fornirmi spiegazioni e sono così venuto a conoscenza di monumenti dall’enorme valore artistico.  Prima tappa la ricostruita casa-torre del Boccaccio, al secondo piano della quale c’è una biblioteca di migliaia di volumi sul “Decameron” e un interessantissimo affresco che rappresenta il poeta.

Il Boccaccio al lavoro - In primo piano scarpe del XIV secolo d. C.
Il Boccaccio al lavoro – In primo piano scarpe del XIV secolo d. C.

Ma la sorpresa più bella si ha sicuramente dalla sommità della casa-torre! Lo sguardo può spaziare a 360° su tutto il territorio circostante abbracciando le belle e ridenti colline toscane e, sullo sfondo, l’inconfondibile skyline di San Gimignano.

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Dopo aver osservato e contemplato il panorama è d’obbligo la visita alla romanica chiesa dei SS. Jacopo e Filippo all’interno della quale si possono trovare la tomba del Boccaccio, la tomba della beata Giulia della Rena,  un bellissimo affresco del ‘300 ed un singolare crocefisso romanico, il cosiddetto “Crocifisso di Petrognano”

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Madonna con Bambino tra Santi

Visitata la chiesa, proseguendo per la grande e diritta via principale si arriva alla collina più alta sulla quale svetta il Palazzo Pretorio.

La facciata del Palazzo Pretorio
La facciata del Palazzo Pretorio

Sembra che Certaldo, nel medioevo, fosse diventata la sede nella quale si amministrava la giustizia nella Val d’Elsa e il palazzo serviva proprio alla discussione delle condanne a morte oltre ad essere adibito a prigione.E’ davvero molto toccante entrare nelle segrete del palazzo, scendendo ripidi scalini consunti ed umidi per scoprire poi angusti spazi, privi di finestre e ricoperti di scritte tracciate dai vecchi prigionieri…nelle celle si sente ancora il dolore e la paura dei condannati!

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Il nome di un condannato a morte vergato sul muro di una delle celle sotterranee.

Dall’interno del palazzo pretorio è possibile raggiungere la chiesa sconsacrata dei Santi Tommaso e Prospero dove sono nuovamente presenti bellissimi affreschi e il cosiddetto “Tabernacolo dei giustiziati” , posto originariamente sul luogo dove i condannati potevano esprimere la lora ultima preghiera verso Dio. L’opera, di Benozzo Gozzoli è davvero mirabile per l’armonia delle scene rappresentate e per la delicatezza dei colori

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Il “Tabernacolo dei giustiziati”

E’ stato davvero emozionante poter girovagare per il palazzo, in qusi tutte le sue sale, praticamente da solo. Ad ogni sguardo si apriva un particolare nuovo, un affresco semi scomparso, mobilia antica…

Alla fine della visita al palazzo ho continuato a gironzolare per le vecchie vie del paese scattando innumerevoli fotografie (una delle mie passioni) e infine, arrivato in stazione, sono ritornato a Firenze. Consiglio veramente a tutti di fare un salto a Certaldo…forse non una delle mete più conosciute della Toscana ma sicuramente una perla da scoprire e che ho avuto la fortuna di conoscere.

Una veduta di Certaldo
Una veduta di Certaldo

About memory…sulla memoria

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image  Su invito di una mia cara amica, dopo aver scritto un post sul tempo ne scrivo uno affine, sulla memoria, facoltà straordinariamente importante e che accompagna l’uomo nella sua avventura nella vita. Cosa è la memoria?  Beh, la risposta è molto semplice, è quella facoltà che ci permette di ricordare gli eventi passati e che ci aiuta, sulla base dell’esperienza, a scegliere le nostre azioni del futuro. Come si potrebbe vivere, del resto, senza ricordi? Nel tempo ho scoperto che connesse alla memoria ci sono, diciamo così per dire, almeno due importanti patologie: l’amnesia  e l’ipermnesia. La prima, molto più conosciuta della seconda, riguarda l’oblio, la scomparsa dei ricordi, del passato; la seconda, al contrario, la totale permanenza degli eventi passati anche nella coscienza di tutti i giorni!
A volte credo che vivere senza troppi ricordi possa facilitare la vita e dare quel senso di scoperta quotidiana rispetto al tutto…a volte, infatti, vivere ricordando ci appesantisce perché assieme ai ricordi belli vengono a galla, purtroppo con più frequenza degli altri, le esperienze negative.

Ma vivere senza ricordi equivale a vivere senza storia, e chi è l’uomo, se non un “essere storico”? Noi viviamo nel tempo e lo trasformiamo in Storia, con le nostre azioni e con i nostri pensieri. Come al solito dobbiamo trovare un equilibrio e non cadere nelle maglie del passato, per non esserne invischiati; contemporaneamente non dobbiamo vivere solo per l'”oggi” ma ricordare chi siamo e dove stiamo “andando”.

About time…sul tempo!

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Il vortice del tempo – dal video di Time, dei Pink Floyd

And then one day you find ten years have got behind you, no one told you when to run, you missed the starting gun” così Roger Waters, nella splendida “Time” dei Pink Floyd ci ricorda come il tempo passi inesorabilmente senza farci rendere nemmeno conto del suo scorrere…quante volte abbiamo mancato quello “sparo di partenza” e quante volte lo mancheremo….il tempo è così, esso rimane sempre lo stesso mentre gli uomini passano….

Ma che cos’è il tempo? Agostino, nelle celebri “Confessioni“, rispondeva così: Se nessuno me ne chiede, lo so bene: ma se volessi darne spiegazione a chi me ne chiede, non lo so”; dicendo questo il celebre vescovo di Ippona altro non faceva che sottolineare la forte soggettività che l’uomo vive di fronte al tempo; quante volte, infatti, ci rendiamo conto di come il tempo trascorra più o meno velocemente a seconda della situazione in cui ci troviamo? Certo,  grazie agli orologi noi possiamo misurare oggettivamente il tempo, dividendo il suo “passaggio” in ore, minuti, secondi….oggettivamente ogni minuto è uguale ad un altro…soggettivamente esso è molto diverso (proprio a questo proposito il celebre filosofo Bergson parlerà di “tempo spazializzato”, intendendo quello oggettivo e di tempo come “durata reale” intendendo il secondo, quello soggettivo).

Ma cosa sappiamo davvero sul tempo? La scienza odierna può davvero rispondere alle domande che l’uomo si pone 250px-Ouroborosda millenni? Il tempo scorre secondo una linea retta dalla Creazione verso il Giudizio Universale, come sostiene la tradizione cristiana? O scorre secondo un processo ciclico continuo, come ben raffigura l’Uroboro, il serpente che si mangia la coda? Le nostre azioni sono destinate ad essere valutate in vista di una vita “ulteriore” o come sostenevano gli Stoici tutti rinasceremo sempre allo stesso modo, dopo un’immensa “conflagrazione”, solo per  compiere per sempre le stesse azioni?

A ben pensarci, riprendendo e modificando leggermente la canzone dei Floyd, concludo dicendo che “The time is gone the POST is over, thought i’d something more to say”. 😉

Genova, tesori nascosti #1

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Chiesa di S. Maria di CastelloGenova, la mia città, racchiude nel suo centro storico, per molti il più vasto d’Europa, tesori storico/artistici dal valore immenso. Purtroppo il patrimonio culturale della città è sconosciuto agli stessi genovesi ed è anche per questo che né i libri di arte né i vari Tour Operator inseriscono Genova all’interno delle grandi città d’arte italiane. Sono davvero certo che i nostri tesori artistici non abbiano nulla da invidiare a città come Firenze o Venezia; purtroppo la stragrande maggioranza delle persone ritiene che una cosa è bella solo se è famosa…non sanno cosa si perdono, poverine!

A questo punto voglio cominciare a sponsorizzare autonomamente quelli che reputo capolavori artistici della mia città; oggi propongo un must assoluto, gli affreschi di Justus von Ravensburg, più conosciuto come Giusto d’Allemagna, presenti nello straordinario complesso della chiesa di Santa Maria di Castello.

S. Maria di Castello - Volte a crociera
L’interno con la spettacolare volta a crociera della navata centrale

Non voglio adesso dilungarmi sulla storia della chiesa né sui suoi bellissimi interni, magari ci tornerò in futuro in un nuovo post. Oggi voglio solo parlare degli affreschi di Giusto attraverso la presentazione di alcuni scatti che ho fatto nel corso degli anni. Le immagini parlano da sole, presentando un capolavoro dell’arte europea e mondiale:

L'arcangelo Gabriele annuncia a Maria di essere stata scelta da Dio per mettere alla luce il Salvatore
L’arcangelo Gabriele annuncia a Maria di essere stata scelta da Dio per mettere alla luce il Salvatore
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Particolare con l’arcangelo Gabriele
S. Maria di Castello - L'Annunciazione - Particolare
Particolare con Maria
S. Maria di Castello - L'Annunciazione  - Particolare_5
Dio Padre osserva dall’alto la scena dell’Annunciazione

Ecco qui; poche ma importanti immagini che documentano uno straordinario lavoro compiuto nella città nel lontano XV secolo; grazie ai recenti restauri gli affreschi sono oggi più “vivi” che mai. In un prossimo post magari parlerò meglio della chiesa! Ricordatevi, Santa Maria di Castello, secondo piano del chiostro principale! 😉