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Genova, tesori nascosti #5: il portale di San Gottardo nella cattedrale di S. Lorenzo
Ho sempre amato il Medioevo, tanto da laurearmi proprio in Storia medievale nell’ormai lontano 2004 (!) e la città di Genova costituisce sicuramente un bellissimo “libro” aperto proprio su questo interessantissimo periodo. Oggi voglio mostrarvi alcuni tra i più bei bassorilievi che adornano l’antico portale di San Gottardo, nella cattedrale di San Lorenzo. Molti turisti, a mio avviso, non si rendono minimamente conto del tesoro rappresentato dalle ricche iconografie del portale, scene tratte dai bestiari medievali e che non sfigurerebbero su un libro di storia dell’arte. Purtroppo, infatti, gli occhi dei visitatori sono portati a guardare quello che guardano tutti, la massa: i leoni della scalinata della cattedrale, belli, sicuramente, ma molto distanti dai veri tesori della cattedrale.
Il portale di San Gottardo rappresenta il portale meridionale della cattedrale ed assieme a quello nord di San Giovanni costituisce una delle parti più antiche dell’intero complesso, in perfetto stile romanico, databile al XI-XII secolo.
Complice un ottimo zoom sono andato alla ricerca di particolari che difficilmente possono essere colti, trovando molte belle sorprese che riporto, in piccola parte, nelle foto di questo post!
Malta – Nel cuore del Mediterraneo
Quest’anno le vacanze pasquali mi hanno portato nella bellissima isola di Malta, vero e proprio crocevia di culture e terra dalla storia antichissima. E’ ormai qualche tempo che mi sto appassionando alle culture megalitiche che sono comparse nel mondo, soprattutto a quelle nate nel bacino del “mare nostrum” e devo dire che Malta rappresenta un vero e proprio scrigno pieno di tesori.
Tra i templi più belli sicuramente sono da annoverarsi quello di Gigantija, nella vicina Gozo, e l’ipogeo di Hal Saflieni, entrambi patrimonio dell’Unesco. Soprattutto l’ipogeo rappresenta un vero e proprio unicum, almeno fino ad oggi, rappresentando il più antico tempio sotterraneo del mondo, costruito ben 3500 anni prima di Cristo. L’entrata al complesso funerario costa ben 30 euro ma devo dire che sono soldi ben spesi…l’emozione che si vive al suo interno è indescrivibile e purtroppo le foto e i filmati presenti sul web non aiutano ad immedesimarsi nell’esperienza unica; pitture di ocra rossa ancora presenti sul soffitto, il misterioso suono che si produce parlando nella sala dell’oracolo, le stanze realizzate per mezzo dell’architettura in negativo…sono tutti tasselli che descrivono una popolazione a mio avviso molto avanzata, molto di più rispetto a quello che tradizionalmente si pensa. Non bisogna per forza scomodare alieni o forze magiche ma di certo la nostra conoscenza dell’antico passato dell’uomo va ampiamente riletta e discussa senza strani dogmatismi.
Malta non è solo preistoria ma tutti i periodi dello sviluppo dell’uomo nel tempo sono estremamente ben rappresentati. Come non citare la splendida Valletta, con la sua co-cattedrale dedicata a S. Giovanni Battista, patrono dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Al suo interno, tra l’altro, l’opera più grande di Caravaggio, la “Decollazione di S. Giovanni Battista”, con la firma dell’autore impressa nel sangue che esce dal collo del santo….
Come non citare poi la bellissima Mdina, città medievale toccata appena da un barocco austero e non invadente, Sliema, con il suo bellissimo lungomare, Senglea, con la torre di avvistamento dalla ricca simbologia.
Malta è ben percorribile, tra l’altro, con i bus alla modica cifra di circa 6 euro per un’intera settimana e anche il traghetto per Gozo costa solo 4,50 per le due tratte di andata e ritorno. Trasporti accessibilissimi, quindi, ma un poco particolari per quanto riguarda i tragitti…spesso, per fare anche pochi chilometri, ci si mette davvero tanto. Ma in fondo anche le attese e gli spostamenti “rilassati” fanno parte della bellezza di una vacanza!
Atlantide – Il continente perduto #1
“Rigettare nel rango delle utopie ridicole gli studi riguardanti l’Atlantide, perché si crede che l’Atlantide non è esistita, è un pretesto buono solo per quelli che che si contentano di ciò che sanno e credono che non vi sia niente più da apprendere, mentre in materia di protostoria e di preistoria siamo solo all’abbicì“.
Cosi scriveva Gennaro d’Amato, curiosa figura di pittore e saggista, vissuto a cavallo dei secoli XIX e XX , in un suo libello sul mito di Atlantide dal titolo: “Il processo all’Atlantide di Platone”. Il libro, pubblicato nel 1930 è stato ripubblicato in Italia, dalla Fratelli Melita Editori, alla fine degli anni ’80 del secolo scorso e contiene alcune interessanti riflessioni sul mito di Atlantide raccontato da Platone nei suoi dialoghi, Timeo e Crizia.
Premetto che la leggenda del continente perduto mi ha sempre molto interessato e da sempre sono un gran cultore di fumetti come Martin Mystère e dei libri di Hancock e compagni sull’archeologia misteriosa e quindi, appena ho visto in libreria il libro di d’Amato non ho potuto fare a meno di comprarlo.
Purtroppo il libro si perde un po’ troppo in teorie strampalate, basate soprattutto su ricerche glottologiche estreme e su assonanze di vocaboli un po’ tirate per i capelli. Resta il fatto che la ricerca è un bell’esempio storico di tentativo di dimostrare la reale esistenza passata di un continente posto tra l’Europa e le Americhe. La tesi di fondo di d’Amato, infatti, è quella secondo la quale la civiltà umana si sarebbe formata nel continente di Atlantide e che, in seguito all’inabissamento del continente, si sarebbe spostata a ovest, dando vita alle civiltà precolombiane, e ad est, per dare vita alle civiltà dei Liguri, dei Minoici, dei Micenei, dei Fenici e, ovviamente, degli Egizi.
Curiosa è, infine, la dedica a Benito Mussolini, qui presentato come un grande appassionato di archeologia…in effetti, gran parte dell’opera, sembra quasi un tentativo di dimostrare come gli italiani e i popoli europei primitivi non si sarebbero originati in oriente ma bensì nel continente perduto….
Mi riprometto prossimamente di tornare sul tema dell’Atlantide, anche facendo riferimento ai testi originali di Platone, contenuti nel Timeo e nel Crizia; ultimamente il tema è tornato in auge anche grazie al capitolo dedicato al mito presente nel recentissimo libro di Umberto Eco, “Storia delle terre e dei luoghi leggendari”.
Per adesso concludo, senza esporre le mie teorie in merito alla questione, ricordando solamente che le scoperte dell’archeologia non sono finite ma che molto, ancora, aspetta di essere scoperto. In questo mi sento molto vicino a d’Amato…ricordiamo che alla fine del XIX secolo Micene e Troia erano considerate solo delle leggende…Schliemann ha dimostrato il contrario!
Animula vagula, blandula: le memorie di Adriano
Da un po’ di tempo a questa parte mi è tornata una forte passione per lo studio della storia romana, soprattutto sul periodo dell’età imperiale. Da anni vedevo in libreria questo libro e ne ero sempre piuttosto incuriosito, anche perché spinto alla lettura attraverso consigli di amici.
Adesso che ho terminato il libro della Yourcenar, mi trovo assolutamente d’accordo nel definirlo un vero e proprio capolavoro! Inizialmente la lettura non è semplice, ci vuole un po’ di allenamento per entrare appieno nella mente di “Adriano” ma con una certa pazienza si finisce per essere catturati dalle vicende dell’imperatore, completamente immersi nell’antichità.
La Yourcenar è riuscita davvero a scrivere un libro che ha il grande merito di riportare in vita il tempo della Roma imperiale del II secolo d. C. con una ricostruzione delle vicende quasi maniacale. Dove le fonti non arrivano, la scrittrice ha sopperito con sagacia e maestria a riempire, con episodi verosimili, quanto ormai obliato dalla Storia.
Come dicevo, lettura non facile, che richiede anche una certa conoscenza della società del tempo senza la quale alcune sfumature vengono purtroppo perdute.
Un libro che mi sento di consigliare soprattutto a quelle persone che vogliono approfondire la conoscenza degli usi e dei costumi dell’antica Roma senza pregiudizi e capaci di apprendere anche fatti che i più riterrebbero “scomodi”, soprattutto perché non raccontati nei classici libri di storia del liceo (ma forse anche universitari!).
“Weekly photo challenge: Infinite”
Uno scatto speculare del bellissimo chiostro di Sant’Agostino
Ho finito “Guerra e pace”….
Devo essere sincero, affrontare le ultime pagine di questo immenso racconto non è stato facile…troppe ripetizioni, troppe lungaggini…teorie storiche molto filosofiche e la trama, la vita dei protagonisti, che viene messa in secondo piano e poi dimenticata. Alti e bassi si susseguono in questa lunga storia dai contorni epici…e alla fine la riflessione sulla Storia: siamo liberi o necessitati a compiere determinate azioni? Lungo le quasi 2000 pagine del libro si capisce che l’autore parteggia più per la seconda teoria, negando la libertà personale argomentando il tutto con discorsi più o meno convincenti. Un finale non degno di un siffatto libro, che inoltre si scontra con la mia personale visione della storia. Tuttavia esco un po’ “svuotato” da questa lettura che mi ha accompagnato lungo tutto l’arco dell’estate…a malapena ricordo fatti avvenuti nel primo volume che compone l’opera, rammentando gli avvenimenti come si può rammentare un sogno…Sono convinto inoltre che la descrizione della campagna di Russia di Napoleone si ripresenterà sicuramente sotto forma di lezione ai miei malcapitati studenti…resta un dubbio, alla fine; ho letto un resoconto storico del tutto veritiero? Una cronaca? O Tolstoj è riuscito a far passare sue invenzioni personali come fatti realmente accaduti? Probabilmente entrambe le questioni…come in ogni romanzo storico che si rispetti.
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