Mese: gennaio 2013
Dove vivere?
Esiste Un luogo perfetto in cui vivere? Un luogo “fatto”, diremmo, proprio per noi? Forse, forse in qualche angolo del pianeta esiste un tale luogo ma solo un uomo molto fortunato lo può trovare. Ma cosa caratterizza il luogo perfetto? Divertimenti? Bellezze storico/artistico/naturali? Tutte queste cose, certo, ma anche nessuna di esse, forse…mi spiego meglio! La bellezza e la perfezione del luogo forse non esiste, in se, ma solo dentro di noi. Occorre preliminarmente creare dentro di noi la disposizione a ricevere la bellezza ma tale acquisizione si può avere solo raggiungendo la serenità interiore. Il luogo perfetto, quindi, è quel luogo che ci rende sereni…non occorre necessariamente, per questo girare il mondo, la serenità può essere raggiunta anche senza muoverci dalla nostra posizione. Cosa ci rende sereni? Bella domanda la cui risposta è dentro ognuno di noi. Ma una volta trovata la risposta, se esiste, la chiave per la felicità è a portata di mano!
Ricordiamo…
Oggi, 27 gennaio, si celebra la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, effettuata nel 1945 dalle truppe sovietiche verso la fine della Seconda guerra mondiale. Ricordare questo evento vuol dire riflettere sul senso della storia e sugli eventi più orrendi che hanno caratterizzato, e continuano a caratterizzare, il passaggio dell’uomo sulla terra. Senza togliere nessuna specificità ai massacri perpetuati dai nazisti, buchi neri infiniti nella coscienza dell’uomo, cogliamo l’occasione per ricordare che la storia è caratterizzata da innumerevoli ingiusti eccidi e che solo la conoscenza di tali eventi può metterci in guardia nei confronti del domani. Sapendo già in partenza di dimenticare importantissimi eventi di tal genere, propongo comunque un breve elenco di eventi dei quali dovremmo serbare memoria: mi vengono in mente il massacro di 4500 Sassoni perpetuato da Carlo Magno per cristianizzare le popolazioni germaniche; gli eccidi portati avanti dai conquistadores in America ai danni delle popolazioni autoctone; la morte di Giordano Bruno sul rogo in Campo dei Fiori a Roma e di tutti quegli eretici bruciati per aver sostenuto le loro idee; il massacro, da parte dell’Impero Ottomano, di 1500000 armeni, negli anni della Grande Guerra; i morti nei gulag sovietici; gli eccidi nei Balcani negli anni Novanta…..
Ricordiamo Auschwitz e nel ricordarlo non citiamo solo gli ebrei ma anche gli zingari, gli omossessuali, i dissidenti politici, i diversamente abili, e tutte quelle minoranze finite negli orrendi forni crematori. Ricordiamo, per far si che la storia non debba necessariamente ripetersi in questi malvagi e assurdi massacri.
Ricordiamo il passato per sperare nel futuro, attraverso l’attenzione sul presente.
Madre e figlio
Ho installato da un po’di tempo, sul desktop del mio portatile, un’applicazione che mi propone, in stile cornice digitale, una carrellata delle foto che ho scattato nel corso degli anni. Poco fa il programma mi ha proposto l’immagine che sto postando adesso, uno scatto effettuato durante un indimenticabile viaggio nel lontano oriente, in Sri Lanka, col mio carissimo amico Luca, compagno ormai di molte entusiasmanti peregrinazioni nel mondo. L’immagine, scattata sul fare della sera nella spiaggia di Unawatuna sintetizza al meglio, a mio avviso, l’amore di una madre per il proprio figlio, un amore che si proietta nel futuro e che non deve conoscere limiti. Lo sguardo fisso sull’orizzonte, il tempo che deve arrivare, la speranza in un mondo migliore e la semplicità di affrontare la vita nelle difficoltà quotidiane col sorriso in faccia. Tale semplicità si ritrova soprattutto in queste zone del mondo, dove le persone vivono ancora a contatto con la natura, spesso purtroppo in condizioni molto disagiate ma che non intaccano lo spirito, uno spirito meno rovinato dalla modernità rispetto a quello occidentale e che rende le persone sicuramente più genuine.
Il Passato…
Oggi, mentre attendevo l’ennesimo trattamento dentistico (uno degli ultimi, spero) sono tornato a riflettere sul passato, sullo scorrere del tempo, uno dei miei tormentoni di sempre. Complice anche il ripasso, stamane, delle antiche civiltà dell’antica Italia, il mio pensiero è tornato ai favolosi megaliti sparsi in tutto il mondo, soprattutto a quelli nostrani, come i nuraghi sardi e i meno conosciuti esempi presenti in Toscana, come ad esempio quelli riportati nella foto. Trattasi dei cosiddetti “Sassi ritti”, oggi situati presso il paese di San Piero in Campo, all’Isola d’Elba. Sassi piantati nel terreno da chi? quando? perchè? Ogni risposta appare superficiale, poco convincente. Essi sono il segno di una cultura sparsa in tutto il Mediterraneo che ha lasciato i segni inequivocabili del suo passaggio sulla terra regalandoci questi favolosi “enigmi”. Proprio su questo aspetto voglio riflettere. Quello che appare a noi come enigma, nei tempi passati non lo era! Ci sarà stato qualche druido/sacerdote che ha comandato ad alcuni operai il posizionamento dei sassi per ragioni che a NOI risultano oscure ma che per loro rispondevano a criteri certi…ma quali? Non so cosa darei per poter osservare il passato, spiare quei momenti, capire le motivazioni di tali opere e vedere gli uomini intenti in quel lavoro….
Ma forse il fascino di certe cose risiede proprio nell’aura di mistero che riescono a suscitarci e, inequivocabilmente, avere la fortuna di visitare certi luoghi fa avvicinare a questi misteri e contemplare la natura a fianco dei Sassi, rimirare il Tirreno e l’isola di Montecristo da quel punto di vista privilegiato non ha prezzo!
Il libro che il…
“Il libro che il lettore ha sotto gli occhi in questo momento, è da cima a fondo, nel suo insieme e nei particolari, qualunque siano le intermittenze, le eccezioni o le manchevolezze, il cammino dal male al bene, dall’ingiusto al giusto, dal falso al vero, dalla notte al giorno, dall’appetito alla coscienza, dal putridume alla vita, dalla bestialità al dovere, dall’inferno al cielo, dal nulla a Dio. Punto di partenza: la materia, punto d’arrivo: l’anima. Al principio l’Idra, alla fine l’angelo”
Così, con straordinaria capacità evocativa e di sintesi, l’autore de “I Miserabili” descrive, verso la fine del romanzo, la storia da lui narrata, una storia che dovrebbero leggere tutti e che ha la forza di impremersi nella mente come se fosse una storia vera.
p. s….mi mancano poche pagine alla fine…siamo alle barricate del 1832 a Parigi!
Le bolle spazio-temporali
Riprovo ad aprire questo blog, mai veramente pubblicato, devo dire, cambiando il titolo che avevo scelto circa due anni fa. Non garantisco la continuità nella pubblicazione di post, probabilmente lascerò tutto molto presto ma volevo condividere in rete una mia opinione assurda che ho già condiviso con amici. Chi di voi ha la “fortuna” di viaggiare sulla rete ferroviaria ligure avrà sperimentato la tratta Genova Principe-Genova Brignole….ecco, mi chiedo….ma il treno non ci mette davvero troppo a percorrere quei pochi chilometri?!? La mia idea è che si entri in una vera e propria bolla spazio-temporale….il treno non rimane in questa dimensione ma entra sicuramente in un multiverso….ogni tanto mi vien da pensare che ci metterei meno a percorrere a piedi la distanza fra le due stazioni….Quando ci penso mi viene in mente un vecchio racconto di Dylan Dog sulla metropolitana londinese, nella storia varco tra la nostra realtà e l’inferno….forse anche a Genova esiste un passaggio del genere e i poveri pendolari, ignari di ciò, percorrono qualche girone dantesco prima di riveder le stelle….forse per la presenza di questo arcano varco l’amministrazione comunale non riesce, se non in tempi incalcolabili, a creare una metropolitana degna di questo nome nel capoluogo ligure!