verità

Internet: più conoscenza nelle persone?

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Più ci rifletto e più mi convinco…all’enorme mole di “sapere” che circola in rete corrisponde anche un maggiore aumento di  vera conoscenza nelle persone? La mia risposta è, ultimamente, negativa. Troppo spesso in discussioni di vario tipo, ogni interlocutore porta a riprova del proprio punto di vista una citazione, un articolo di qualche “esperto del settore” che puntualmente dovrebbe portare al prevalere di un certo punto di vista a discapito dell’altro. La cosa angosciante è che la rete ha fatto letteralmente proliferare gli “esperti” in ogni settore dello scibile…alcuni sono, ovviamente, veri esperti ma altri non lo sono assolutamente e credo che stia diventando sempre più difficile riuscire a selezionare le informazioni, soprattutto per le persone con scarsa educazione (ma non solo). Assistiamo così a pareri di premi Nobel su temi di economia o diritto politico decisamente antitetici (ma com’è possibile, uno si chiede…dovrebbero essere d’accordo su valori OGGETTIVI), a interpretazioni storiche di politici che selezionano i fatti nascondendo accuratamente quelli che non sono convenienti all’impostazione che vogliono portare avanti…..ma come fa un “non esperto” a muoversi in questo mare infinito di opinioni e di informazioni?!? Oppure, perché quando una posizione di un “esperto” non piace, tale impostazione viene vista subito legata ad un non meglio precisato oscuro legame all’establishment?

Certo, tale libertà di informazione può essere, giustamente, vista come una grande opportunità per lo sviluppo del pensiero critico…ma tale pensiero deve essere prima educato per poi poter essere esercitato. Io credo che l’uomo medio, oggi, non sia  più in grado di discernere, in molti casi,  il vero dal falso. Ultimamente mi è anche capitato di leggere commenti pieni di entusiasmo per la diffusione nelle edicole del “Mein Kampf“di Hitler, per finire poi a trovare ulteriori commenti che magnificano le opinioni del Führer auspicandone la ripresa. Per questa tanto sbandierata “libertà di informazione/pensiero” si è arrivati a diffondere nelle case un’opera intrisa di ignoranza, populismo, demagogia e odio quando, fino a poco tempo fa, ad essere allegate ai giornali erano enciclopedie, classici della letteratura e della filosofia, opere da avere come bagaglio rappresentativo dei lati migliori dell’umanità, non di quelli peggiori.

Come risolvere i problemi qui appena accennati? Permettendo, ovviamente, una sempre maggiore diffusione del sapere attraverso le scuole. Bisogna riprendere decisamente in mano i programmi scolastici e approfondire davvero le discipline umanistiche. Solo aumentando le ore di Storia e materie affini sarà possibile allenare le menti alla scelta…una scelta consapevole basata sulla conoscenza dei fatti, nudi e crudi, spiegati poi con l’ausilio della filosofia. In fondo era questa la visione di un filosofo oggi un po’ dimenticato, Giambattista Vico con la sua Scienza Nuova, una perfetta fusione tra la Filologia (scienza del certo) e la Filosofia (scienza del vero).

La Filosofia contempla la ragione, onde viene la scienza del vero; la Filologia osserva l’autorità dell’umano arbitrio, onde viene la coscienza del certo. (Giambattista Vico, Scienza Nuova, Sez. II, X).

Rifacciamoci ai grandi classici, apriamo più libri e meno web!!!

L’amore e l’eternità

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L’amore, a detta di molti, è il sentimento  che regge il mondo, il motore propulsore dell’intero universo. È attraverso l’amore che nascono una famiglia, un’amicizia; sempre attraverso l’amore nasce la conoscenza, poiché senza una vera passione ogni sapere diventa solo fine a sé stesso, semplice erudizione.

Già Empedocle aveva detto che nell’universo agiscono due forze separate, Amore e Odio e che solo sotto il periodo di dominio del primo il mondo riesce a reggersi attraverso l’unione degl elementi che lo compongono.

Ma a mio avviso il vero amore è un sentimento che trascende la temporalità e abbraccia l’eternità. Esso è come la musica, come essa si serve di mezzi fisici  per nascere ma questi  sono solo un veicolo per poter squarciare il velo  del tempo ed unirsi a ciò che sempre è.

Se amiamo solo ciò che è corruttibile, siamo condannati solo all’infelicità.

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Su Instagram ed altri social network…

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untitledLa rete è ormai dominata da innumerevoli social network ma per una volta non voglio parlare male di questa recente e sempre più sviluppata modalità di trasmissione e di comunicazione tra le persone. Parlo da utente di alcuni tra i più famosi s.n. (d’ora in avanti utilizzerò questa abbreviazione) come Facebook, Anobii, Twitter, Flickr, Instagram e, da pochissimo, anche ideatore di questo blog. Ho cominciato ad utilizzare Facebook circa 5 anni fa per cercare un amico, l’ho ritrovato, ne ho ritrovati molti ma con pochissimi dei miei contatti ho seri rapporti di amicizia, tanto che per molti di loro ho “settato” le impostazioni per non vedere nemmeno i loro aggiornamenti sulla mia bacheca (dopo aver letto questa mia affermazione, forse, qualcuno mi toglierà l’amicizia…quale disperazione!); ho constatato che molti dei contatti avevano solo la voglia di curiosare sulla mia vita per poi non considerarti più, una volta soddisfatte le curiosità. Resta il fatto che Facebook mi piace, lo utilizzo per mettere opinioni e condividerle con gli amici ai quali i miei pensieri, spero, possano piacere! Inoltre ritengo possa essere anche un mezzo di informazione importante, basta fare una buona scelta tra le molte pagine spazzatura. Molto piacevole è anche tenere contatto con i miei studenti che spesso diventano miei contatti sul network se non veri e propri amici dopo aver finito l’esame di maturità, grande privilegio del mio lavoro di insegnante! Quindi lati positivi tutto sommato, non mi va di calcare troppo la mano su quelli negativi come spesso si fa.

Ma il titolo del post mette Instagram al primo posto…ancora un attimo di pazienza 😉

Devo dire che quasi tutti i network godono di una lora specifica “personalità”; Anobii  serve soprattutto a me, per comprendere quali e quanti libri ho, per metterli assieme attraverso etichette virtuali e poi, perchè no, per scrivere, raramente, qualche recensione di libri letti (ma anche per venire a conoscenza di libri interessanti in mano ad altri utenti); Twitter lo utilizzo da troppo poco tempo per capire se veramente possa andarmi a genio…ma non mi dispiace leggere dei messaggi da parte di alcuni contatti. Flickr è un bel programma per condividere poco ma ultimamente lo utilizzo molto poco.

La grande scoperta di questi giorni, a mio avviso, è proprio Instagram! Avevo scaricato l’applicazione più o meno all’inizio dell’anno scorso, qualche scatto ma niente di più…E’ solo da pochi giorni che ho scoperto che, attraverso gli hashtag (!!!!) il programma apre un vero e proprio mondo di condivisione di foto molto particolari! In realtà quello che mi colpisce molto è l’immediatezza di certi commenti o semplici “mi piace” che compaiono sulle foto una volta condivise, nemmeno il tempo di averle caricate, quasi, che già sono state viste da chissà quante persone. QUesta cosa mi lascia davvero senza parole…pensare a quante persone, ogni istante, sono davanti a quel programma, così come a tutti gli altri mi fa pensare, mi fa chiedere il perchè di questo attaccamento ai network, un attaccamento che diventa, nella società, sempre più forte. Per dir la verità provo un certo piacere a vedere che una foto che ho scattato sia piaciuta a tante persone, individui che non conosco e che probabilmente non conoscerò mai. Manie di protagonismo? Forse, non lo nascondo, credo che in parte ogni utente dei network ne abbia un po’. Però è anche vero che è un interessantissimo modo di conoscere gli altri, la società; una foto racchiude un po’ il nostro punto di vista sul mondo e condividere questo punto di vista non è una brutta cosa. Certo, non deve mancare il contatto vero con le persone “reali”, ossia in carne ed ossa ma questo è quasi superfluo da ricordare. Credo che se utilizzati con la giusta moderazione i s. n. possano aiutare, in fondo, a rendere la famiglia degli uomini una realtà sempre più concreta a livello universale. Uscire dal solipsismo non è necessariamente un male!