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About time…sul tempo!

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Il vortice del tempo – dal video di Time, dei Pink Floyd

And then one day you find ten years have got behind you, no one told you when to run, you missed the starting gun” così Roger Waters, nella splendida “Time” dei Pink Floyd ci ricorda come il tempo passi inesorabilmente senza farci rendere nemmeno conto del suo scorrere…quante volte abbiamo mancato quello “sparo di partenza” e quante volte lo mancheremo….il tempo è così, esso rimane sempre lo stesso mentre gli uomini passano….

Ma che cos’è il tempo? Agostino, nelle celebri “Confessioni“, rispondeva così: Se nessuno me ne chiede, lo so bene: ma se volessi darne spiegazione a chi me ne chiede, non lo so”; dicendo questo il celebre vescovo di Ippona altro non faceva che sottolineare la forte soggettività che l’uomo vive di fronte al tempo; quante volte, infatti, ci rendiamo conto di come il tempo trascorra più o meno velocemente a seconda della situazione in cui ci troviamo? Certo,  grazie agli orologi noi possiamo misurare oggettivamente il tempo, dividendo il suo “passaggio” in ore, minuti, secondi….oggettivamente ogni minuto è uguale ad un altro…soggettivamente esso è molto diverso (proprio a questo proposito il celebre filosofo Bergson parlerà di “tempo spazializzato”, intendendo quello oggettivo e di tempo come “durata reale” intendendo il secondo, quello soggettivo).

Ma cosa sappiamo davvero sul tempo? La scienza odierna può davvero rispondere alle domande che l’uomo si pone 250px-Ouroborosda millenni? Il tempo scorre secondo una linea retta dalla Creazione verso il Giudizio Universale, come sostiene la tradizione cristiana? O scorre secondo un processo ciclico continuo, come ben raffigura l’Uroboro, il serpente che si mangia la coda? Le nostre azioni sono destinate ad essere valutate in vista di una vita “ulteriore” o come sostenevano gli Stoici tutti rinasceremo sempre allo stesso modo, dopo un’immensa “conflagrazione”, solo per  compiere per sempre le stesse azioni?

A ben pensarci, riprendendo e modificando leggermente la canzone dei Floyd, concludo dicendo che “The time is gone the POST is over, thought i’d something more to say”. 😉

Su Instagram ed altri social network…

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untitledLa rete è ormai dominata da innumerevoli social network ma per una volta non voglio parlare male di questa recente e sempre più sviluppata modalità di trasmissione e di comunicazione tra le persone. Parlo da utente di alcuni tra i più famosi s.n. (d’ora in avanti utilizzerò questa abbreviazione) come Facebook, Anobii, Twitter, Flickr, Instagram e, da pochissimo, anche ideatore di questo blog. Ho cominciato ad utilizzare Facebook circa 5 anni fa per cercare un amico, l’ho ritrovato, ne ho ritrovati molti ma con pochissimi dei miei contatti ho seri rapporti di amicizia, tanto che per molti di loro ho “settato” le impostazioni per non vedere nemmeno i loro aggiornamenti sulla mia bacheca (dopo aver letto questa mia affermazione, forse, qualcuno mi toglierà l’amicizia…quale disperazione!); ho constatato che molti dei contatti avevano solo la voglia di curiosare sulla mia vita per poi non considerarti più, una volta soddisfatte le curiosità. Resta il fatto che Facebook mi piace, lo utilizzo per mettere opinioni e condividerle con gli amici ai quali i miei pensieri, spero, possano piacere! Inoltre ritengo possa essere anche un mezzo di informazione importante, basta fare una buona scelta tra le molte pagine spazzatura. Molto piacevole è anche tenere contatto con i miei studenti che spesso diventano miei contatti sul network se non veri e propri amici dopo aver finito l’esame di maturità, grande privilegio del mio lavoro di insegnante! Quindi lati positivi tutto sommato, non mi va di calcare troppo la mano su quelli negativi come spesso si fa.

Ma il titolo del post mette Instagram al primo posto…ancora un attimo di pazienza 😉

Devo dire che quasi tutti i network godono di una lora specifica “personalità”; Anobii  serve soprattutto a me, per comprendere quali e quanti libri ho, per metterli assieme attraverso etichette virtuali e poi, perchè no, per scrivere, raramente, qualche recensione di libri letti (ma anche per venire a conoscenza di libri interessanti in mano ad altri utenti); Twitter lo utilizzo da troppo poco tempo per capire se veramente possa andarmi a genio…ma non mi dispiace leggere dei messaggi da parte di alcuni contatti. Flickr è un bel programma per condividere poco ma ultimamente lo utilizzo molto poco.

La grande scoperta di questi giorni, a mio avviso, è proprio Instagram! Avevo scaricato l’applicazione più o meno all’inizio dell’anno scorso, qualche scatto ma niente di più…E’ solo da pochi giorni che ho scoperto che, attraverso gli hashtag (!!!!) il programma apre un vero e proprio mondo di condivisione di foto molto particolari! In realtà quello che mi colpisce molto è l’immediatezza di certi commenti o semplici “mi piace” che compaiono sulle foto una volta condivise, nemmeno il tempo di averle caricate, quasi, che già sono state viste da chissà quante persone. QUesta cosa mi lascia davvero senza parole…pensare a quante persone, ogni istante, sono davanti a quel programma, così come a tutti gli altri mi fa pensare, mi fa chiedere il perchè di questo attaccamento ai network, un attaccamento che diventa, nella società, sempre più forte. Per dir la verità provo un certo piacere a vedere che una foto che ho scattato sia piaciuta a tante persone, individui che non conosco e che probabilmente non conoscerò mai. Manie di protagonismo? Forse, non lo nascondo, credo che in parte ogni utente dei network ne abbia un po’. Però è anche vero che è un interessantissimo modo di conoscere gli altri, la società; una foto racchiude un po’ il nostro punto di vista sul mondo e condividere questo punto di vista non è una brutta cosa. Certo, non deve mancare il contatto vero con le persone “reali”, ossia in carne ed ossa ma questo è quasi superfluo da ricordare. Credo che se utilizzati con la giusta moderazione i s. n. possano aiutare, in fondo, a rendere la famiglia degli uomini una realtà sempre più concreta a livello universale. Uscire dal solipsismo non è necessariamente un male!

Madre e figlio

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IMG_1343Ho installato da un po’di tempo, sul desktop del mio portatile, un’applicazione che mi propone, in stile cornice digitale, una carrellata delle foto che ho scattato nel corso degli anni. Poco fa il programma mi ha proposto l’immagine che sto postando adesso, uno scatto effettuato durante un indimenticabile viaggio nel lontano oriente, in Sri Lanka, col mio carissimo amico Luca, compagno ormai di molte entusiasmanti peregrinazioni nel mondo. L’immagine, scattata sul fare della sera nella spiaggia di Unawatuna sintetizza al meglio, a mio avviso, l’amore di una madre per il proprio figlio, un amore che si proietta nel futuro e che non deve conoscere limiti. Lo sguardo fisso sull’orizzonte, il tempo che deve arrivare, la speranza in un mondo migliore e la semplicità di affrontare la vita nelle difficoltà quotidiane col sorriso in faccia. Tale semplicità si ritrova soprattutto in queste zone del mondo, dove le persone vivono ancora a contatto con la natura, spesso purtroppo in condizioni molto disagiate ma che non intaccano lo spirito, uno spirito meno rovinato  dalla modernità rispetto a quello occidentale e che rende le persone sicuramente più genuine.